“Lettere a Babbo Natale”

di Maria Basile

Marta si sedette al computer e avviò la ricerca. In mente aveva ben chiara la lista che sua figlia Dora aveva stilato, dividendo i regali per sé da quelli per suo fratello, con la puntigliosa precisione che le era propria. Giusto a lei doveva capitare una figlia del segno della Vergine? Lei era un Acquario in tutte le sue manifestazioni: libera, creativa, insofferente alle regole e ai divieti. Suo marito adesso diceva incostante e inaffidabile, ma in realtà si era innamorato proprio del suo estro audace, della sua indipendenza. Una storia vecchia, ormai. Dopo la nascita di Nicola, il loro secondo figlio, l’aveva lasciata per un’altra, la commercialista che collaborava con lo studio. Chissà se era della Vergine anche lei…

Finalmente il sito di acquisti online si era aperto. Anche il computer era vecchio e lentissimo, avrebbe dovuto cambiarlo, ma le spese erano sempre troppe, perciò continuava a rimandare. Tra l’altro, i bambini lo avevano usato per le lezioni a distanza e anche questo non era stato d’aiuto.

Si concentrò sulla lista. Dora aveva chiesto un cellulare nuovo, rosa, come quello della sua compagna Lucia. Sapeva qual era, andò a cercarlo sperando in un’offerta per il Black Friday, ma era l’ultima moda tra le bambine e scintillava sul sito, nel pieno splendore del suo prezzo intero. Scorse le altre voci della lista: un piumino bianco con il cappuccio bordato di pelliccetta, le scarpe da ginnastica firmate, l’ultima Barbie. Il totale ammontava a una cifra proibitiva per le sue esauste finanze.

Rabbiosamente si asciugò una lacrima: quella mattina il suo dirigente le aveva preannunciato il licenziamento, rammaricandosi che toccasse a lei, un’ottima collaboratrice, affidabile e piena di idee. Purtroppo il criterio seguito era stato quello dell’età e dell’ordine di assunzione; lei era la più giovane e l’ultima assunta, non c’era niente da fare. Però era certo che, proprio in ragione della sua giovane età e delle sue indubbie capacità non avrebbe avuto problemi a trovare un altro lavoro, anche migliore, e bla, bla, bla… Marta aveva provato a dire che era una madre separata con due figli piccoli, ma quel criterio non rientrava nei parametri.

Continuò la ricerca: suo figlio chiedeva un pallone, gli scarpini da calcio e la maglia del suo idolo, il famoso calciatore. Poi aveva avuto un sussulto culturale e concludeva con un microscopio.

Nemmeno destinando tutta la tredicesima ai regali di Natale avrebbe potuto farcela. Sconfitta, spense il computer e andò a letto. Domani è un altro giorno, si disse, alla Rossella O’Hara, e, se anche non trovassi nessuna soluzione, devo comunque andare a lavorare e occuparmi dei bambini.

Infatti, le ventiquattro ore seguenti al lavoro furono una specie di turbine di impegni, contrordini, riorganizzazione, grane di ogni genere. A fine giornata il suo dirigente le mise sulla scrivania un vassoietto di dolci:

– Grazie, Marta, sei stata preziosa. Non so come avremmo fatto senza di te.

Marta rise:

– Le mamme sono professioniste dell’imprevisto. La nostra specialità sono le soluzioni impossibili!

Confortata dall’ammirazione che aveva letto negli occhi dell’uomo, comprò la pizza e decise che per una volta avrebbe provato a dimenticare tutti i suoi problemi.

Fu una serata memorabile: pizza, dolci, aranciata e poi un cartone animato. I bambini andarono a letto felici e li sentì parlottare per un bel po’ dopo la buona notte, ma quando aprì la porta facevano finta di dormire. Stavano sicuramente architettando qualcosa, ma l’avrebbe saputo solo quando i due cospiratori l’avessero ritenuto opportuno.

– Speriamo non sia niente di distruttivo, – si disse, ripassandosi nella mente le marachelle più fantasiose, da quando avevano assaggiato la naftalina (fortunatamente non era di loro gusto e l’avevano sputata sul divano di velluto blu) a quando si erano messi a sputare i noccioli di ciliegie dal balcone per colpire non le auto parcheggiate, ma quelle in transito (altrimenti è troppo facile, mamma).

– Quei due non sono bambini, sono lama… – pensò confusamente mentre scivolava nel sonno. Per la prima volta da mesi, si addormentò sorridendo.

La mattina dopo, mentre accostava l’auto davanti alla scuola, Dora le chiese:

– Mamma, hai un francobollo veloce?

– In che senso?

– Abbiamo scritto una lettera a Babbo Natale in sostituzione dell’altra. Si può fare? Vorremmo che arrivasse prima della prima. Lui si potrebbe confondere – spiegò Nicola con logica inoppugnabile.

E ora, cos’era quella novità?

– Certo! – si affrettò a rispondere. – Ora compro un francobollo espresso, così questa lettera viaggerà più veloce dell’altra.

– Perché non hai comprato questo francobollo anche la prima volta? – sua figlia la guardava, incredula. Come mai sua madre non le aveva procurato il meglio?

– Espresso! Esce veloce come il caffè dalla macchinetta? E fa anche quella specie di fischio mentre viaggia? – Nicola era partito per un’altra tangente.

Marta si arrese ridendo:

– Ne parliamo stasera.

Benché non vedesse l’ora di leggere la seconda letterina, in ufficio non ebbe un attimo di respiro e a casa dovette controllare con cura che fossero addormentati. Non voleva correre il rischio di essere sorpresa con il foglietto in mano e, sentendosi un’adolescente che si nasconde dai genitori, si chiuse in bagno e tagliò la busta.

Caro Babbo Natale,

Sono Dora e qui con me c’è il mio fratellino Nick, che non sa ancora scrivere. Ti avevamo mandato un’altra lettera per chiederti dei regali, come l’anno scorso, ma poi abbiamo riflettuto. Tu sai fare grandi magie, allora forse puoi farne una enorme per noi.

Da quando papà ha lasciato la mamma, lei è sempre sola e triste. Ieri sera era contenta per qualcosa dell’ufficio ed è stato come rivedere la mamma di una volta, mentre rideva e scherzava con noi. Allora ti chiediamo di ridarci la vecchia mamma.

Se fai questa magia, noi rinunciamo a tutti i nostri regali, così quell’altra lettera la puoi stracciare.

Ciao, Babbo Natale, e grazie! Ti faremo trovare un bricco di cioccolata calda e dei biscotti buonissimi accanto all’albero, facci questo regalo e saremo bravi per tutto l’anno.

Ti vogliamo bene

Dora e Nick

P.S. Nick dice se puoi aggiungere almeno la maglia del suo giocatore preferito, è piccolo, che ci vuoi fare, se no non importa. <3<3<3

Marta si asciugò gli occhi: aveva due figli meravigliosi, non doveva piangere, doveva fare la magia di Babbo Natale. Alzò gli occhi alla finestra. Sullo sfondo nero del cielo, la luna scintillava come un gigantesco topazio. Per un attimo le parve di veder stagliarsi controluce una slitta guidata da un omone panciuto, che le faceva cenno con la mano prima di sparire verso l’infinito.

***

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