“Un inaspettato regalo di Natale”

di Pamela Pirola

Steve stava guidando sulla strada al limitare del bosco che portava al cottage, dove era solito passare il tempo libero e le festività insieme alla sua famiglia. Nel pomeriggio erano scesi i primi fiocchi di neve che avevano imbiancato tutto il paesaggio. Ormai il manto stradale era diventato una sottile patina bianca.

Era buio, faceva freddo e Steve era stanco, reduce da una giornata lavorativa impegnativa. A un tratto dal bosco uscì un magnifico ed imponente cervo. Fortunatamente Steve ebbe la prontezza di riflessi di frenare. La macchina fece un giro su se stessa e poi si fermò.

I due si guardarono negli occhi. Il cervo chinò la testa, quasi come segno di ringraziamento e poi si addentrò tra l’oscurità degli alberi.

Steve, scosso da quanto era successo, proseguì lentamente scrutando la strada. La neve scendeva sempre più fitta e la visibilità si era ridotta di molto. Era in mezzo a una tempesta di neve. Decise di fermare la macchina sul ciglio della strada e aspettare che l’intensità dei fiocchi diminuisse. Tolse il telefono dalla tasca del giaccone e si rese conto che in quella zona della montagna non c’era campo. Era impossibile telefonare e mandare messaggi. Non avrebbe potuto avvertire sua moglie che avrebbe fatto tardi. E sarebbe venuta meno la promessa di addobbare la casa e il giardino con luci e decorazioni natalizie.

Reclinò il sedile e si sdraiò in attesa che tutto passasse. Senza nemmeno accorgersi si addormentò in preda alla stanchezza della giornata. Fuori la neve scendeva copiosa e ricopriva tutto con un mantello immacolato e i rami degli alberi sembravano fossero stati ricamati.

Nessun rumore… niente. Tutto taceva anche gli animali del bosco, che probabilmente avevano trovato riparo sotto le fronde degli abeti o in tane disabitate nel terreno.

Il mondo era invaso da un silenzio assordante e si stava trasformando.

Steve si svegliò, aveva perso la cognizione del tempo, non sapeva nemmeno per quanto fosse rimasto sdraiato a dormire.

Guardò fuori dal finestrino e notò che la situazione meteorologica non era cambiata di molto. Il pensiero volò poi alla moglie e ai figli. Non poteva non passare la Vigilia di Natale con loro.

Si strinse nel giaccone e scese dalla macchina per valutare se ripartire o se rimanere ancora lì.

Fu avvolto da un’aria gelida e alcuni fiocchi di neve si posarono sui capelli. In quel momento la sua mente fu invasa dai ricordi di quando giocava proprio nel giardino del cottage insieme a suo padre e la mamma li guardava dalla finestra. Si ricordò l’atmosfera calda e piena di amore che si respirava in quei giorni di festa. Atmosfera che, da quando i suoi genitori avevano abbandonato la vita terrena, non era più stata la stessa nonostante avesse una moglie che lo amava e due figli meravigliosi. Come gli sarebbe piaciuto poter tornare indietro con il tempo e rivivere appieno ancora quei momenti con i suoi genitori.

Ad un tratto un cervo uscì dal bosco e si fermò in mezzo alla strada…. Era lo stesso magnifico esemplare che stava per investire con la macchina. Steve rimase immobile come pietrificato. L’animale si avvicinò a passi lenti ma pesanti a causa dello strato di neve. Si avvicinò fino a sfiorare la sua mano con il naso umido. Steve si sentì pervadere da una strana sensazione di calore che si impossessò di tutto il suo corpo e senza nemmeno accorgersi si trovò al cottage.

Tutto era addobbato con fili di luci, in giardino c’era un pupazzo di neve e suo padre lo stava guardando in attesa che lui desse inizio alla tanto attesa battaglia di palle di neve. Prese tra le mani una manciata di neve, la modellò e la tirò timidamente nella direzione del padre.

“Dai Steve che succede? Non ti riconosco più… su tira bene quella palla di neve! Colpiscimi!” disse il padre in tono di sfida.

Di lì a poco iniziò una battaglia di palle di neve epica… la neve sembrava volare leggiadra da una parte all’altra del giardino colpendo in modo aggraziato Steve e Jason, suo padre. Durò fino a quando alla finestra non apparve la figura esile di sua madre che li richiamava in casa per la merenda: cioccolata, crostata di albicocche e biscotti pan di zenzero.

Corse verso l’uscio di casa e entrò fradicio di neve. Si sedette sulla sedia a dondolo davanti al camino e si inebrio del profumo della cioccolata e della torta. Adesso era Natale con quell’atmosfera magica.

Si svegliò di soprassalto, era stato un bellissimo sogno o forse era stato tutto reale. Aveva ancora vivide in mente le figure di suo padre e di sua madre.

La neve aveva ricoperto tutto il finestrino della macchina. Azionò i tergicristalli e quando il vetro si liberò vide che davanti alla macchina c’era il cervo che lo guardava. I due si fissarono negli occhi e questa volta fu Steve ad abbassare il capo come per ringraziarlo della bellissima avventura nel passato che gli aveva fatto rivivere. Era ora di ripartire e di tornare dalla sua famiglia.

Accese il motore e parti lentamente. Il cervo rimase immobile quando la macchina gli passò accanto. Steve, dopo poco, guardò nello specchietto retrovisore e il cervo era scomparso. Si vedeva solo la nuvola di fumo che usciva dal tubo di scappamento del suo pickup.

Chissà se aveva vissuto veramente quei magici momenti o era stato solo un sogno…

***

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