Il regalo della Befana

di Franco Baldoni

Fin da quando era una bambina, Maria, era sempre stata molto gentile e generosa con tutti e tutti le avevano sempre voluto un gran bene.

Ma fu un’autentica sorpresa quando sua nonna, oramai alla fine dei suoi giorni, le comunicò che solo lei, ora che era adulta, avrebbe potuto prendere il suo posto e continuare così la sua prestigiosa attività: fare la Befana.

Maria si ricordava benissimo le notti in cui arrivava la Befana: si infilava nel suo lettino, le coperte tirate su fino alla fronte, gli occhi serrati in modo da non poter vedere nulla e il respiro trattenuto per non far sentire che era sveglia.

Anche se la curiosità era tanta, non aveva mai avuto il coraggio di aprire un solo occhio per sbirciare fuori dalla sua cameretta. Ma sentiva tutto!

Sentiva e immaginava ciò che accadeva nella minuscola cucina di casa, accanto al camino ove erano stati appesi due vecchi calzettoni di lana colorati.

“Perché due calze? Sono figlia unica!” si chiedeva ogni anno.

Quando la mattina cominciava ad albeggiare, si alzava dal letto e di corsa raggiungeva la cucina per verificare la sua bontà: se era stata buona avrebbe trovato un regalo, al contrario un pugno di carbone.

Maria sapeva benissimo di essersi sempre comportata bene, ma si avvicinava con trepidazione all’unico calzettone rimasto appeso al camino e, fortunatamente, c’era sempre un dono per lei!

Non poteva però fare a meno di chiedersi che fine facesse, ogni volta, l’altro calzettone.

Tutti gli anni, infatti, pur anticipando la sua corsa in cucina, si accorgeva che qualcuno l’aveva preceduta portandosi via una calza.

Provò anche a chiedere alla mamma, ma riceveva sempre risposte vaghe e frettolose.

Così aveva lasciato perdere, tanto la cosa più importante era il suo regalo e quello era lì, tutto suo!

Un giorno, appena adolescente, attendendo come al solito l’arrivo della Befana, nel silenzio della notte sentì un forte colpo seguito da un lamento strozzato provenire dalla cucina:

“Diavolo maledetto… ti si possano bruciare le budella nel fuoco del tuo inferno!”

Maria riconobbe immediatamente quell’espressione: era di sua nonna. La diceva ogni volta che succedeva qualcosa di grave o doloroso.

La mattina seguente, senza precipitarsi, raggiunse la cucina e scartò distrattamente il suo regalo, guardandosi più che altro attorno per capire cosa fosse accaduto qualche ora prima. Là, nell’angolo vicino alla credenza, c’era una sedia fuori posto e il caldaio di rame, che conteneva la frutta secca, rovesciato in terra.

Quando più tardi incontrò la nonna, dolorante e con un ginocchio fasciato, Maria capì ogni cosa!

I loro sguardi si incrociarono e si penetrarono talmente a fondo che non vi fu necessità di alcuna domanda o spiegazione.

Tutti i regali che aveva ricevuto fino a quel momento erano sistemati, in bella mostra, su di una lunghissima mensola che prendeva tutta la parete della sua camera: c’erano tutti, in fila e ordinati cronologicamente.

E ora che era grande, toccava a lei! La nonna era stata chiara: “Solo tu, Maria, hai le doti e le capacità per sostituirmi. D’ora in avanti tu sarai la Befana!”

Lì per lì, pensando soprattutto a come viene rappresentata – vecchia, brutta e trasandata – Maria non fu così felice e convinta di poterla fare; poi, invece, pensò che, come l’aveva fatta la sua amatissima nonna poteva, anzi doveva, aderire a quella richiesta.

La nonna le aveva lasciato un elenco dettagliato di vie e nomi di bambini a cui doveva fare visita ogni anno, depennando quelli che avevano raggiunto una certa età.

Quando fu la sera del 5 gennaio, Maria si preparò accuratamente, caricò sulle spalle il sacco contenente i doni ed il carbone e cominciò il suo giro.

Era quasi mattina e le era rimasto solo un indirizzo per completare l’elenco: Casa di Cura il Sorriso, Via del Parco – Camera 11. Arrivò sul posto che ancora tutti dormivano; seguì la numerazione lungo il corridoio e si trovò davanti alla cameretta indicata. Silenziosamente e facendo molta attenzione, entrò e vide che nel lettino non c’era alcun bimbo, ma una signora anziana che dormiva profondamente.

Appeso all’armadietto c’era un calzettone di lana colorato che riconobbe subito e lungo la parete una mensola piena di regali in fila e identici ai suoi.

Maria, sbigottita, si avvicinò lentamente al letto e, guardando l’anziana signora in viso, le parve di guardarsi allo specchio. Quando si svegliò, si fissarono curiose e incredule negli occhi; Maria, esitando, le porse il regalo: all’interno c’era la foto della nonna che sorrideva loro amorevolmente.

“Il regalo della Befana” – Franco Baldoni (Mini Concorso Letterario – La Befana: tra Storie e Leggende) – Lettera32 Il Blog
Il regalo della Befana

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