Il pieno d’amore

di Angela Acquaviva

Babbo Natale

Chi ha detto che l’amore è solo per i giovani? Se così fosse, io, vecchio da sempre, non avrei mai potuto godere di questo sublime sentimento. Invece, seppure tardi, la freccia di Cupido, alla fine, ha trafitto piacevolmente pure me. Sapevo di lei da sempre, ma non avevo mai avuto l’occasione d’incontrarla. Viviamo infatti in posti diversi e tanto lontani l’uno dall’altro. La mia casa è a Rovaniemi in Lapponia, la sua in Italia. Io vado in giro la notte di Natale, lei la notte dell’Epifania. Entrambi purtroppo possiamo uscire quell’unica volta all’anno. Ebbene, ora so che non bisogna mai dire “mai”. L’impossibile può succedere a volte proprio quando non ci credi o meno te l’aspetti. A me dunque è successo non solo d’incontrarla, ma anche d’innamorarmi di lei, ed ora posso finalmente dire che al mondo non c’è cosa più bella dell’amore. Questo lo sanno tutti, ma nessuno sa come e quando sia successo a me. Fremo perciò dalla voglia di raccontarlo. Il tardo pomeriggio dello scorso 24 dicembre i miei bravi e instancabili elfi si misero di buona lena a caricare tutti i regali preparati durante l’anno sulla mia slitta volante. A lavoro finito e col sopraggiungere del buio, feci sistemare le mie docili e solerti renne davanti alla slitta, vi salii e senz’altro indugio ci librammo in aria. In cielo c’erano dense nuvole e fitta nebbia, che coprivano la luna e le stelle, di conseguenza la visibilità era abbastanza scarsa. Fu così che, di lì a poco, urtammo l’ala di un aereo senza procurargli fortunatamente nessuna grave conseguenza. L’urto invece fece perdere il controllo della slitta alle povere renne e finimmo dritti in un bosco, indenni noi e miracolosamente tutti i regali ben saldi al loro posto. Gli elfi avevano decisamente fatto un ottimo lavoro. Con tutti quegli alberi e al buio non sapevo che direzione far prendere alle mie renne. Ad un tratto vidi una fioca luce in lontananza e allora li guidai da quella parte. La luce proveniva da una casetta quasi al limite del bosco. Scesi dalla slitta e andai a bussare. Venne ad aprire una graziosa vecchina che, dopo un’iniziale sorpresa, mi sorrise amorevolmente perché, dal mio inconfondibile e ben noto vestito, mi riconobbe immediatamente e disse: “Questa sì che è bella! Babbo Natale a casa della Befana che non è certo una bambina in attesa di regali. Tocca piuttosto a me portarli a breve. Qual buon vento la porta da me? Non avrà mica sbagliato indirizzo? Intanto vuole accomodarsi o ha fretta di rimettersi in viaggio?” Sorpreso a quel punto fui anch’io della sua grazia e gentilezza. Seduta stante decisi di ritardare un po’ la consegna dei regali. Sapevo bene che le mie renne mi avrebbero fatto facilmente recuperare il tempo che stavo per perdere. Accettai quindi volentieri il suo invito. Lei andò in cucina e, mentre preparava della cioccolata calda, mi disse che ci trovavamo in un bosco di castagni secolari della Toscana. Appena pronta, la bevemmo lentamente chiacchierando piacevolmente seduti davanti al fuoco scoppiettante del suo focolare. Scoprimmo così di avere tanto in comune. Il tempo passava ed io non avevo alcuna voglia di andar via. Il dovere però chiamava e a malincuore dovetti partire dopo averle promesso che sarei ritornato all’alba, subito dopo aver ultimato la consegna dei regali. Volevo a tutti i costi trascorrere il Natale con lei. Poi invece trascorsi pure il Capodanno. Potevo infine partire senza prima festeggiare con lei l’Epifania? Oggi infatti è il suo onomastico, non potevo assolutamente perdermelo. E così, mentre lei stanotte era fuori a distribuire i suoi doni, io le ho preparato una festa a sorpresa. Al ritorno lascio immaginare tutta la sua gioia ed esultanza davanti a tutto quello che ho preparato per lei. Non la finiva più di ringraziarmi e di abbracciarmi, alternando sorrisi e lacrime di commozione sul suo volto. Tra un’ora ripartirò per la Lapponia. È questa sua immagine che voglio portare ben impressa nel mio cuore, perché mi tenga compagnia e mi aiuti a farmi sentire meno solo fino a quando potrò riabbracciarla.

La Befana

Ho appena trascorso le vacanze natalizie più belle della mia vita e ho ricevuto il regalo più ambito al mondo: l’amore. Ero ormai rassegnata a non poterne provare l’ebbrezza tenendo qualcuno stretto tra le mie braccia e coccolandoci teneramente a vicenda. Invece mi è toccato nientepopodimeno che il mitico Babbo Natale! Incredibile, ma vero. Ci pensate a quanto sono stata fortunata? Per ben dodici giorni siamo stati soli soletti in questa mia modesta casetta mentre invece ci sembrava di essere nel più bel regno incantato. Tra chiacchiere, risate, racconti, i tanti baci e le languide carezze abbiamo vissuto il nostro primo bel sogno d’amore, ma abbiamo intenzione di collezionarne un’infinità. Siamo speciali, perciò siamo sicuri di riuscirci. Ero fra le sue braccia fino a poche ore fa a far scintille in onore del mio onomastico. A proposito, è stata eccezionale la festa che, a sorpresa, ha preparato per me. Mi sono commossa fino alle lacrime. È inutile nascondere che avremmo entrambi desiderato che il nostro idillio non finisse mai, ma purtroppo non possiamo andare oltre questi dodici giorni all’anno. Apparteniamo a tutti i bambini del mondo, siamo quello che siamo proprio per loro. Tutti e due abbiamo la stessa missione da compiere, però siamo tenuti a preparare e a distribuire separatamente i vari doni allo scopo di renderli felici per ben due volte. Siamo interconnessi, perciò la nostra esistenza è deliberatamente e piacevolmente subordinata alla loro. Qualcuno può pensare che siano pochi i giorni da trascorrere insieme, noi invece sappiamo che basteranno se li vivremo così intensamente da riuscire a compensare tutti quelli che ci terranno separati. Ogni volta faremo un pieno d’amore tale da non temere di andare in riserva fino al prossimo incontro. Ci scriveremo poi tante di quelle lettere appassionate che ci sembrerà di stare continuamente cuore a cuore.

Il pieno d’amore – Angela Acquaviva (Lettera32 Il Blog)
Il pieno d’amore

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