“Senza Scampo”

di Paola Santacroce

A febbraio il buio arriva presto e le maschere che incontro per la strada, nonostante i coriandoli, mettono paura. Incrocio gli sguardi, sono scheletri e zombie, asce e pugnali conficcati nella carne.

Si fa largo un coccodrillo fluorescente, ubriaco di benzina e di denti luccicanti che ha appena divorato ciò che amava.

Vedo il mago giocoliere. Lancia in aria le carte e le illusioni che trasforma in fiori variopinti e senza odore.

Bramo un sostegno, un’armatura e guardo alle mie spalle.

Vedo te, hai il passo saldo di chi ha fame di futuro, un vestito lungo e patinato che ti arriva fino ai piedi. Una coroncina tra i capelli spettinati e un cappotto conveniente.

“Dimmi il tuo nome piccolina, quello che ti fa voltare se ti chiamo.”

Lo pronunci sorridente, si scava la fossetta sulla guancia ma sembri un pesce che respira sotto l’acqua. Uso i sensi tranne che l’udito e comprendo ogni parola, è un concepimento di discorsi e di intenzioni, leggo il tuo stupore e decido di salvarti.

Voglio schivare le strade senza uscita, quelle che ho percorso da sola e a senso unico, i luoghi che sembravano sicuri. La casa sopra la palude. Il prestigiatore impenitente. Il lanciatore di coltelli, quello con la benda sopra gli occhi.

Ma tu continui a ridere felice e mi sorprendi. Suonano inutili i consigli se non li vuoi ascoltare, ma non ti salverà quel bel vestito da regina, la corona di diamanti e il tuo animo sincero. Decideranno quante briciole sono sufficienti per sfamarti e gli orari per deglutirle in fretta. Aggiungeranno anche qualche rospo, resti dei tuoi baci che non sono serviti a trasformarli.

Si metteranno in fila al tuo cancello per tornare nel deserto più arido che esiste, dal quale erano fuggiti moribondi e bagnati di saliva.

“Perché non vuoi salvarti?”

Allora prendi la mia mano, la stringi nella tua e mandi in circolo due sfere trasparenti. È una trasfusione di aria e neve immacolata che gira su se stessa, percorre le mie arterie indolenzite e sprigiona l’innocenza. Sale in fretta, passa per le orbite e occupa il cervello, un reset favoloso e

senza precedenti. Sei la lezione che seguo diligente, ammaestri cuore e carne con pazienza sopraffina e dimentico le tenebre, dimentico quel tunnel privo di finestre e fradicio di sberle. Mi sento straordinaria e accanto a me appare per incanto una nuova dentatura che ispeziono minuziosa con la lingua.

A nulla serve lo schermo antiproiettile, non torna utile la diga rinforzata, perché queste nuove mani spargono illusione, riempiono fessure, spingono con forza e tamponano ferite. Per adesso, solo per adesso, vi prego di sfiorarmi con dolcezza.

Nonostante me e nonostante le intenzioni, tornano in vita coriandoli smodati e musica geniale. Il salvataggio è reso. Indenne e senza scampo.

***

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Senza scampo – Paola Santacroce – (Concorso Letterario #Ombra) – Lettera32 il Blog
“Senza Scampo”
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