“La mia Milano”

Città: Milano

di Silvia Vercesi

Quanto mi manca girare per la mia città…. quella Milano cosmopolita e moderna, ma allo stesso tempo ricca di storia e di cultura.

Per strada la gente camminava veloce e disciplinata, tutto sembra seguire un ordine prestabilito, come se ogni cittadino fosse un prezioso ingranaggio di quella luminosa città, che si muoveva quasi all’unisono velocemente, ma senza caos.

Elena mi faceva fare il turista, portandomi a zonzo. Con lei avevo visitato tutte le principali attrazioni: il Duomo con i suoi marmi bianchi con sfumature rosa, le guglie aguzze e le vetrate enormi, colorate e istoriate, il Castello Sforzesco così rosso, squadrato e imponente, i navigli di sera, con le luci dei locali che si riflettevano nell’acqua, ma anche l’antica basilica di Sant’Ambrogio con la sua struttura medioevale e Brera, con la pinacoteca e i suoi preziosi quadri e le zone limitrofe piene di vicoli intricati e di chiassosi localini caratteristici.

Ma non solo passato, Milano mi incantava anche con i suoi quartieri futuristici come la bellissima piazza intitolata a Gae Aulenti, con quelle fontane musicali con giochi d’acqua e luci colorate e i suoi grattaceli, il bosco verdicale e lo skyline… e nelle giornate serene, era perfino possibile scorgere in lontananza le Alpi con le cime innevate.

Ma il quartiere che preferivo era proprio quello dove abitava Elena, Niguarda, all’estrema periferia nord di Milano, qui mi aveva letteralmente sorpreso la settecentesca Villa Clerici, con il bellissimo giardino all’italiana, situato tra l’imponente cancellata e la sontuosa facciata, con odorosi cespugli di bosso e statue neoclassiche, un’autentica “Villa di delizie in terra di Niguarda”, come era stata ribattezzata in tempi antichi.

E poi il grande parco: tanto verde tra la città di Milano e i comuni limitrofi, con piccoli specchi d’acqua, in cui sguazzavano pesci e tartarughe e dove non era raro avvistare variopinti uccelli e, nei dintorni, anche leprotti selvatici. Nelle calde sere d’estate era poi perfino possibile avvistare immense distese di lucciole danzanti! Ma il mio angolo del cuore, in quel polmone verde, era il laghetto situato proprio ai confini della città anch’esso pieno di natura e perfino con una simpatica mascotte: il cigno Brutus.

E quanto mi manca il nostro ristornate preferito! Quella gustosa pizza al trancio e il ricco buffet che la mia cara Elena prediligeva in quanto composto principalmente di verdure: così le sembrava di mangiare in maniera salutare, anche se non so poi così quanto, dato che le verdure c’erano eccome, ma erano quasi sempre cucinate sfiziosamente, soffritte in olio e arricchite ora con besciamella ora con salsine invitanti, ma certamente non ipocaloriche. E poi gli immancabili dolci fatti in casa: il tiramisù casalingo classico e quello rivisitato alle fragole e l’immancabile torta della nonna con crema pasticcera e pinoli.

Ricordi, quanti bei ricordi… e già perché è oramai da più da un anno che sono chiuso qui, buttato in un angolo in questo ripostiglio polveroso e che sa di stantio, da quando c’è questa pandemia non mi muovo più…. è già, perché non mi sono presentato… Elena mi ha sopranominato Daino e sono, anzi ero, il suo inseparabile e variopinto zaino.

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Scritti a Mano – Racconta la tua città – Milano – Silvia Vercesi – Lettera 32 Il Blog
#Scritti a mano Racconta la tua città – Silvia Vercesi Foto (Villa Clerici)
“La mia Milano”
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