Il miracolo di Natale

di Angela Anna Acquaviva
Capitolo 1

Che gioia! Eccoci finalmente alla vigilia di Natale!

Io, Bob Cratchit, avrei voluto onorarla degnamente a casa insieme alla mia famiglia. Ahimè, purtroppo il mio datore di lavoro, il signor Ebenezer Scrooge, un vecchio e ricco banchiere scostante ed egoista, pretende che lavori anche oggi pena il licenziamento, condanna a morte sicura per me e per i miei cari.

Senz’indugio perciò li saluto e vado.

Ma cos’è questa busta per terra? Una lettera indirizzata a me senza mittente! Con le forbici pratico un taglio orizzontale in alto per estrarre il foglio da leggere. A razzo schizzano fuori tre piccoli ritagli di pura seta, di colore bianco, verde e rosso, che iniziano a svolazzare flessuosamente e a volteggiare per aria davanti ai miei occhi. Resto stupito e immobile per la sorpresa e lo sconcerto, specie quando li sento subito dopo parlare a turno e presentarsi rispettivamente come lo Spirito del Natale passato, del Natale presente e del Natale futuro.

Si premurano di tranquillizzarmi e mi sollecitano a leggere la lettera dal seguente contenuto:

“Egregio signor Cratchit,

sono un ricco benefattore e da anni, in occasione del Santo Natale, festa a me tanto cara, ho l’abitudine di aiutare una famiglia in difficoltà. Quest’anno ho scelto la sua. Intendo pertanto mettere a sua disposizione una cospicua eredità in cambio di un’opera buona: far recuperare l’umanità da tempo smarrita al suo datore di lavoro.

Se entro stanotte voi tutti riuscirete a far breccia nel suo cuore e a renderlo una persona gentile, generosa, felice del Natale e disposto a festeggiarlo in compagnia e in gaiezza, con piacere vi darò quanto ho promesso”.

Conoscendo bene il signor Scrooge, confesso che l’impresa mi appare subito impossibile.

Sorprendentemente i tre spiriti mi leggono nel pensiero e mi dicono di non arrendermi perché i miracoli succedono quando meno li si aspetta. Promettono di non farci mancare il loro sostegno e di ispirarci al meglio, il che mi conforta e mi sprona ad agire.

Sapendo di non disporre nell’immediato di tempo libero, raccomando a mia moglie e ai miei figli di escogitare qualcosa di efficace per far colpo su Scrooge entro il pomeriggio. Poi corro in ufficio dove intendo fare in qualche modo anche la mia parte.

Capitolo 2

Questa giornata sembra interminabile. Che fatica poi lavorare con questo freddo e questa poca luce! Mi verrebbe voglia di chiedere a Scrooge una riduzione d’orario, ma so già che non fa di queste concessioni.

Ah, se potessi guarirlo dal suo malanimo e dalla spilorceria entro lo scoccare della mezzanotte! Risolverei tutti i miei assillanti problemi, primo fra tutti la guarigione del povero Tim.

Sento bussare. Chi può venire qui alle tre del pomeriggio in un giorno di festa?

“Avanti!” dice aspro Scrooge.

Ed ecco spuntare Belinda, Peter e Tim. Questi mette subito in bocca il suo flauto di canna e intona il vecchio canto natalizio “All Hail to the Days” mentre i fratelli lo cantano. Scrooge altrettanto tempestivamente li blocca apostrofandoli così:

“Chi diavolo siete? Cosa cercate qua, brutti accattoni da strapazzo? Non se ne può più di voi. Toglietevi immediatamente dai piedi. Qui c’è gente che lavora”.

“Ma, signore, sono i miei bambini”, intervengo io, “sono venuti ad augurarvi un Buon Natale e a regalarvi un po’ di musica e gioia”.

“Anche qualcos’altro”, aggiunge Belinda, “ecco un fazzoletto bianco di seta con le vostre iniziali, cucito e ricamato da mia sorella Martha. Potrete metterlo nel taschino della vostra giacca per andare a messa stanotte. Invece io, Peter e Tim con dei ritagli e nastri verdi e rossi abbiamo intrecciato e guarnito di fiocchi questa ghirlanda da appendere sul vostro camino di casa”.

“Quale messa! Che ghirlanda! Non ho bisogno di niente. Via di qua!”

“Hanno fatto tutto con tanto amore, non meritano di essere trattati così”, replico io.

“Su, cari bambini, tornate a casa. Si sta facendo buio e l’aria diventa più gelida. Tim potrebbe ammalarsi”, dico poi rivolgendomi a loro.

Mi piange il cuore nel vederli andare via a testa china come cani bastonati. Vorrei tanto poterli confortare, ma devo tornare a lavorare.

La mezzanotte s’avvicina. Dove siete finiti, Spiriti del Natale? Posso ancora contare sul vostro aiuto?

Capitolo 3

È tardi quando Scrooge fa ritorno a casa. Consuma più per abitudine che per fame, tantomeno per gusto, il solito tozzo di pane con un po’ di formaggio e va a letto. Ma il miagolio continuo di un gattino e il suo raspare dietro la porta gli impediscono di prendere sonno. Si riveste ed esce per cacciarlo via. Appena apre la porta s’accorge che sta nevicando. La strada è deserta e sottili spiragli di luce filtrano dalle fessure delle porte e delle finestre delle case vicine. Il gattino, tutto rannicchiato e infreddolito, sembra implorare il suo aiuto. Lui lo afferra per il collo e va a bussare alla porta della casa accanto. Quando la porta si apre, viene subito colpito dalla presenza gioiosa di bambini, giovani e vecchi. La gatta corre subito a strusciarsi ai suoi piedi in segno di gratitudine per averle riportato il gattino e i padroni di casa lo invitano ad entrare e a prendere posto a tavola insieme agli altri. Riccamente imbandita, essa spicca al centro di quella stanza, ben riscaldata dai ceppi scoppiettanti nel camino e pregna degli odori delle tante vivande preparate.

Scrooge, sopraffatto dall’emozione, si siede e scoppia in lacrime. Si sente all’improvviso pervaso da un’inspiegabile sensazione di pace e di appagamento; capisce finalmente che la ricchezza e l’avarizia non danno calore né felicità e che è tempo di dare una svolta alla sua insulsa e meschina vita. Comincia a cantare “All Hail to the Days” e tutti si uniscono a lui nel canto. A fine festa torna contento a casa e appende la ghirlanda sul camino. La mattina di Natale infila il bianco fazzoletto di Martha nel taschino della giacca e va a messa.

Si compie così il tanto atteso miracolo che assicura a Cratchit l’eredità promessa dall’anonimo benefattore.

Bob Cratchit personaggio del Canto di natale di Charles Dickens nella storia rivista e corretta
“Il miracolo di Natale” di Angela Anna Acquaviva (“Canto di Natale” di Dickens Rivisto e corretto) – Lettera32 Il Blog
Il miracolo di Natale

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