di Andrea Caietti
Dì la verità vecchio diavolo: il fatto che, tuo figlio festeggi l’ultimo dell’anno nella sua nuova casa con la fidanzata, ti fa incazzare.
A me puoi dirlo… sussurra un tizio con i capelli grigi e le rughe sotto gli occhi.
Il brutto è che quel tizio, sei tu davanti lo specchio. La cosa peggiore è che non sei incazzato perché il tuo ragazzo se n’è andato per i fatti suoi. Ti incazzi perché, se lui ha ventiquattro anni, tu ne hai qualcuno in più.
Qualcuno in più una mazza: vai per i cinquantatre e zitto; altro che storie.
Sei lì che dovresti prepararti per uscire con la tua signora, per andare alla festa per fare baldoria e divertirti. Solo che, all’improvviso, ti senti giù. Stai per commiserarti, quando ti sembra di sentire una musica. Tua moglie tiene sempre la radio accesa e la canzone che suonano…
No, non è possibile. Immagination, Just an illusion.
Ti viene la pelle d’oca. Era l’ultimo dell’anno del…
“Cosa vuol dire, non viene nessuno?” Guardi Luca, Claudio e Marco.
State impazzendo dietro alla festa di capodanno da tre mesi. Sembrava tutto ok ed ecco che, all’improvviso, siete rimasti in otto.
“Va bene che vai all’ITI, ma l’italiano dovresti saperlo”.
Ignori la battuta “Ieri pomeriggio le tre grazie mi hanno detto di sì” Brontoli.
“E invece è rimasta solo la terza, la famosa grazie al…”.
“Marco dice che vanno alla festa del Tucano”.
“Il Tucano?” fatichi a crederci. Il Tucano è quel biondino che tanto piace. Che ha una bella casa grande. Che, come prima macchina, si è trovato una golf nuova di zecca. Mentre ci pensi, capisci cosa provano le bilance, quando metti su un piatto un peso bello grosso.
Marco sbuffa “Siamo noi tre, Gianni e Pinotto e la cugina di Luca”.
“Che porta quelle due, che sembrano fatte da Dario Argento”.
“Lo sapete che non so come si chiamano davvero Gianni e Pinotto?” Azzardi, ma nessuno ha voglia di prendere l’imbeccata.
Avete una faccia che sembra vi abbiano dato buca all’ultimo momento… ehi! È proprio così!
“Che si fa?” Marco sbuffa.
Claudio dice quello che tutti pensate “Si fa che non si fa: se non ci sono le donne, che festa è?”.
Per un attimo, oltre ai rumori del bar, non c’è altro. Poi parte Last Christmas.
“Che cavolo di Natale” dice Luca “Manca solo che arrivi la cartolina per il militare e siamo a posto”.
Già. Forse l’anno prossimo sarete tutti in caserma.
“La festa si fa eccome” dichiari “Semmai s’ingaggia un branco di ballerine”.
“Questa è la soluzione perfetta”.
Vi guardate seri e duri “Troviamo la gente” dite a denti stretti.
Ok: il trentuno è arrivato.
Solo lui però: al momento, oltre ai già citati personaggi, avete raccattato la morettina dell’edicola e quelle due del liceo.
“Hanno detto che forse portano anche la Lisa” dice Luca mentre armeggia con lo stereo.
“Non la conosco. Com’è?” chiede Claudio.
“Ne abbiamo pagate di peggio”.
Per un attimo pensi al Tucano. Da lui ci saranno anche le commesse della profumeria. Qualcuno ha fatto anche il sacro nome della Bionda del negozio Ferrè. Faranno la festa in un hotel del centro. E voi sembrate l’armata Brancaleone nella taverna di famiglia. Ti viene da ridere.
“Cosa ridi che tra un po’ si comincia e siamo ancora qui”.
Ridi più forte. E’ il vostro destino. Ridere tanto, donne niente. All’improvviso il BUIO. Un’imprecazione da partita a scopa schiaccia tutto. La corrente non regge.
“E’ l’amplificatore” dice Marco.
“Ancora? Sono le luci ti ho detto”.
Riattaccate l’interruttore, mentre dal piano di sopra, tua madre ti fa notare che non c’è luce, cosa state facendo? Ah, rieccola, bravi. Guardi il salone delle feste. Il tavolo del buffet è ancora in garage. Le sedie sono una diversa dall’altra. Il quadro di Padre Pio in mezzo alla parete fa coppia con il poster del Padrino.
“Lo stereo funziona?”.
“No”.
“Le luci funzionano”.
“No”.
“Cosa funziona?”.
“Niente”.
Sono le cinque e venti. Tra meno di quattro ore comincia la festa. Siete nel dramma. Vi guardate. Poi fate la sola cosa da fare in un momento del genere.
Ridete.
Alle sette arriva tuo padre con la roba della rosticceria. Quanta ne ha presa? Forse pensava di essere allo stadio. Gli amici sono andati a vestirsi e tu contempli il lavoro del pomeriggio. Ora lo stereo funziona e le luci lampeggiano che è una pacchia. Padre Pio lo avete messo da una parte, voltato verso il muro. La speranza di far qualcosa che lui non dovrebbe vedere c’è, ma data la fauna femminile in arrivo… chissà.
Tua madre viene a vedere l’addobbo e ha subito qualcosa da ridire. Per fortuna tuo padre le ricorda che, tra poco, devono uscire e la spinge su per le scale.
Rimasto solo, accendi lo stereo, metti il 33 dei Toto e ti gusti il vostro lavoro. Poi accendi la luce in taverna ed ecco che risalta tutto. Porca miseria. Tuo padre ti chiede cos’hai fatto. Tua madre dice che forse è colpa sua, perché ha acceso la lavatrice.
Come la lavatrice! Il contatore regge con i denti a cose normali, così è impossibile!
Tua madre grida qualcosa, ma anche tuo padre sta parlando e anche tu stai parlando. L’attimo successivo silenzio totale. Poi rieccovi tutti e tre. Intanto sei andato al contatore. Riesci a capire che tua madre ha spento la lavatrice, quindi tiri su la leva. Luce, sembra mezzogiorno!
Il piano procede.
L’idea originale era stata ingelatinarsi i capelli. Purtroppo tu non sei come quello che c’è sul barattolo da undicimila lire. Tu, con la gelatina sulla zucca, sembri uno che è stato leccato all’indietro da una lingua gigante. Rituffi la testa sotto il lavandino alla ricerca di un altro look ma, alla fine, esci quello di sempre. Tu e il tuo gruppo non siete sfigati e brutti. Siete solo maledettamente normali.
La mise per la serata è già pronta da tempo. Pantaloni neri classici, camicia bianca immacolata e cravatta rossa come il fuoco. Cravatta da ultimo dell’anno. Tua madre ti chiede che giacca ti metti. Giacca? Nessuna giacca: va bene così. Secondo tuo padre sembri un cameriere d’estate e te lo fa notare. Ti rimiri allo specchio. Cavolo. Eppure ti sembrava di essere così tosto agghindato in quel modo. Poco male. Camicia nera?
In un antro dell’armadio qualcosa ti guarda. È la camicia rossa, quella da garibaldino, che non ti metteresti nemmeno sotto tortura. Deglutisci. Il campanile batte le otto. Tra un po’ ci siamo. Ma che diamine! Tanto per la gente che ci sarà stasera chissenefrega! Almeno ti vedranno anche da lontano. Canticchiando Billie Jean, ti metti le scarpe pensando a come sarà la festa. Mal che vada c’è da mangiare per un esercito.
Alle otto e quarantasei arrivano Marco e Claudio. Luca aspetta la cugina e amiche. Pian piano ecco altra gente. Un attimo: chi sono quelle con Gianni e Pinotto?
“Ciao” dice Pinotto “Loro sono le mie vicine di casa. Dovevano andare in montagna, ma è saltato tutto stamattina, così le ho invitate”.
In quel momento pensi che la statua di Pinotto sarebbe perfetta in piazza. Le due vicine sono uno splendore. Poi arriva Luca con sua cugina e le altre due. Da lontano non sembrano malvagie. Fanno numero sussurra Claudio. Alle nove e trentacinque siete già quindici. E sembra che ci sia anche una bella armonia. Ed ecco che, da una Punto nera, scendono i botti in spoglie femminili. La morettina dell’edicola sembra una vamp. Le due del liceo sono bellissime. La visione con il vestito azzurro e i capelli tirati su dev’essere Lisa.
La taverna di casa sembra lo Studio 54 di New York. La gente si diverte, balla, mangia e ai tuoi occhi le ragazze sembrano tutte meravigliose. Forse non proprio tutte. Forse solo qualcuna. Ma sì! E’ l’ultimo dell’anno divertiamoci! In realtà stai platealmente insidiando Lisa e non sei il solo. Al momento le quote ti danno in svantaggio e il modo in cui balli non ti è d’aiuto. Cristo! Sembri una fotocopiatrice su un tavolino a tre zampe.
Il tempo scorre e la notte avanza. Da quel che vedi, sembrano esser nate un paio di coppie. Per un attimo osservi la cugina di Luca. Ma quanto mangia? Anche quell’altra tizia non scherza. Marco sta facendo il dj e giostra la musica alla grande. Ha tentato i lenti un paio di volte, ma sono scappati tutti. Verso le undici e un quarto ci riprova e questa volta qualche doppio va in campo. Tu non sei tra quelli. Lisa si diverte un sacco, ma non con te.
Fai finta di niente ma ti rode. Luca e altri due sono seduti con la morettina e le vicine di Pinotto. Da fuori cominciano ad arrivare i botti. Prima che tu possa obiettare, ecco il furbone di turno pronto ad unirsi alla guerra. La porta della taverna si spalanca e le donne gridano che entra il freddo. Un colpo di vento alza la gonna di una, non so chi sia, ma per un attimo rimani abbagliato. Questo ti fa rallentare la reazione e BUM scoppia il primo petardo.
Hai voglia di incazzarti! Ormai tutti fanno quel che vogliono. Con la coda dell’occhio ti sembra di vedere uno e una non so chi, che camminano verso le scale. Poi vedi quello col papillon, che accende uno spinello. Le donne ridono per qualcosa e tu decidi di fare come loro: ma sì!
È l’ultimo dell’anno!
“Cinque minuti!” Grida Marco dalla console e tutti si gettano sul buffet in cerca dei bicchieri. Comincia il conto alla rovescia e tu, da uomo d’esperienza ti avvicini a Lisa. Mal che vada il bacio d’auguri te lo becchi.
“Tre due uno…. AUGURI!!!”.
Perepepè perepepè… Baci e abbracci. Qualche toccatina di culo. Stai per afferrare Lisa, quando una bionda con il trucco a maschera, ti prende per il collo e ti schiocca un bacio sulla bocca. Rimani di stucco e lei passa oltre. Il casino è totale. Alle tre siete rimasti solo tu e Marco.
“Bella festa” dice lui.
“Certo che quella Lisa è una gnoccona” pensi solo a lei.
Marco sorride “Alla fine ce n’erano tante di gnoccone”.
Annuisci. Da come si era messa, è stata una festa epica “Ce la ricorderemo anche tra vent’anni” mormori mentre l’ultima canzone sfuma…. Just an illusion
“Hai finito con lo specchio?” La voce di tua moglie ti riporta al presente “Tanto non ringiovanisci” scherza.
Ha ragione.
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Bellissimo racconto…. Esilarante 😂Ricostrisce perfettamente le feste organizzate in casa che andavano tanto di moda negli anni 80/90. Divertenti e genuine.
Beh…. Proprio in una di quelle feste ho conosciuto l’autore del racconto 😀👍
Grazie per questo bel ricordo.