Guido Gozzano e “La Notte Santa”: cosa ci racconta in questa poesia?

Chi era Guido Gozzano?

Guido Gustavo Gozzano (1883-1916) è stato un poeta e scrittore italiano. Nato a Torino, Gozzano è spesso associato alla corrente letteraria post-decadente del crepuscolarismo. La sua opera è caratterizzata da una poesia intimistica, attenta alle “buone cose di pessimo gusto.

Gozzano era noto per la sua salute delicata, ma nonostante ciò, era un appassionato di sport come il pattinaggio su ghiaccio, il ciclismo e il nuoto. Morì a soli 32 anni a causa della tubercolosi polmonare.

“La Notte Santa” di Guido Gozzano

“La Notte Santa” è una poesia che Gozzano ha scritto nel 1914. Questa poesia è destinata ai bambini e racconta l’arrivo di Maria e Giuseppe a Betlemme e l’impossibilità di trovare un posto dove dormire.

La poesia è ricca di voci e personaggi, rendendola ideale per le recite. La poesia è stata descritta come la più bella e un tempo la più conosciuta poesia di Natale della nostra letteratura.

Testo della Poesia

La Notte Santa
(Guido Gozzano)

– Consolati, Maria, del tuo pellegrinare!
Siam giunti. Ecco Betlemme ornata di trofei.
Presso quell’osteria potremo riposare,
ché troppo stanco sono e troppo stanca sei.
Il campanile scocca
lentamente le sei.
– Avete un po’ di posto, o voi del Caval Grigio?
Un po’ di posto per me e per Giuseppe?
– Signori, ce ne duole: è notte di prodigio;
son troppi i forestieri; le stanze ho piene zeppe
Il campanile scocca
lentamente le sette.
– Oste del Moro, avete un rifugio per noi?
Mia moglie più non regge ed io son così rotto!
– Tutto l’albergo ho pieno, soppalchi e ballatoi:
Tentate al Cervo Bianco, quell’osteria più sotto.
Il campanile scocca
lentamente le otto.
– O voi del Cervo Bianco, un sottoscala almeno
avete per dormire? Non ci mandate altrove!
– S’attende la cometa. Tutto l’albergo ho pieno
d’astronomi e di dotti, qui giunti d’ogni dove.
Il campanile scocca
lentamente le nove.
– Ostessa dei Tre Merli, pietà d’una sorella!
Pensate in quale stato e quanta strada feci!
– Ma fin sui tetti ho gente: attendono la stella.
Son negromanti, magi persiani, egizi, greci…
Il campanile scocca
lentamente le dieci.
– Oste di Cesarea… – Un vecchio falegname?
Albergarlo? Sua moglie? Albergarli per niente?
L’albergo è tutto pieno di cavalieri e dame
non amo la miscela dell’alta e bassa gente.
Il campanile scocca
le undici lentamente.
La neve! – ecco una stalla! – Avrà posto per due?
– Che freddo! – Siamo a sosta – Ma quanta neve, quanta!
Un po’ ci scalderanno quell’asino e quel bue…
Maria già trascolora, divinamente affranta…
Il campanile scocca
La Mezzanotte Santa.
È nato!
Alleluja! Alleluja!
È nato il Sovrano Bambino.
La notte, che già fu sì buia,
risplende d’un astro divino.
Orsù, cornamuse, più gaje
suonate; squillate, campane!
Venite, pastori e massaie,
o genti vicine e lontane! Non sete, non molli tappeti,
ma, come nei libri hanno detto
da quattro mill’anni i Profeti,
un poco di paglia ha per letto.
Per quattro mill’anni s’attese
quest’ora su tutte le ore.
È nato! È nato il Signore!
È nato nel nostro paese!
Risplende d’un astro divino
La notte che già fu sì buia.
È nato il Sovrano Bambino.
È nato!
Alleluja! Alleluja!

Conclusioni

Guido Gozzano è un poeta italiano di grande importanza, la cui opera continua ad avere un impatto significativo sulla letteratura italiana. La sua poesia “La Notte Santa” è un esempio del suo talento e della sua capacità di creare immagini vivide e coinvolgenti attraverso le sue parole. Nonostante la sua vita fosse segnata dalla malattia, Gozzano ha lasciato un’eredità duratura attraverso la sua poesia.

Immagine liberamente interpretata e creata, che può non corrispondere correttamente al personaggio trattato nell’articolo.

Guido gozzano scrive la poesia seduto ad una scrivania con sopra una macchina da scrivere e un gatto che dorme ai suoi piedi in una stanza addobbata a tema natalizio con un albero di natale scintillante di luci
“La Notte Santa” – Poesia di Guido Gozzano (Lettera32 Il Blog)
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