di Lorella Grasso
Forse non era il mio tempo,
nasco in un mondo distratto,
dove l’assenza del pensiero sprofonda nell’ignoto
diventando una dimensione tangibile.
Dove basterebbe una parola per fermare
quella sabbia scivolosa che denota il tempo fuggente.
Delusa,
muta,
in un passato fermo.
Uno squarcio nel buio è la mia stanza segreta.
Cresciuta in strade d’amianto dove la mia infanzia svaniva leggiadra.
Ho capito però che l’amore può rigenerare la vita e allora sorridendo
ho colto quell’attimo che stava svanendo.
***
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“L’inverno dentro”
Si legge la sofferenza per una realtà che ci svuota, ma anche la presa di coscienza che esiste un approdo dove tutto cambia. In meglio.
Leggendo questi pochi versi l’autrice riesce a trasmetterci tantissimo della sua sofferenza per una vita vissuta in mondo a cui sente di non appartenere e soprattutto per la fuggevolezza del tempo che passa inesorabile. C’è nostalgia per quell’infanzia leggiadra svanita, per un passato lontano, c’è delusione per un vissuto sofferto, ma c’è anche ottimismo: la certezza che l’amore vinca riporta il sorriso. Molto toccante.